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Appunti sulla follia
(DIVULGATIVO) – La follia ha sempre esercitato un forte richiamo su pittori, poeti e romanzieri, affascinati dall’idea che essa rappresentasse una comoda ed euforica scorciatoia per i segreti più riposti della natura umana. Ma questa convinzione, così equivoca, sembra essere condivisa (e ciò è assai sorprendente) dal pubblico generico, anche da coloro che hanno un’esperienza diretta del collasso mentale e del compito demoralizzante di curare chi ha smarrito la ragione. Scrisse, una volta, Susan Sontag: «la depressione è una malinconia privata del suo fascino» e chiunque abbia visitato un ospedale psichiatrico avrà notato quanto sia difficile distinguere i malati dai loro parenti, dato che quest’ultimi sembrano spesso molto più esauriti e provati di loro.
Ma cionondimeno la mitologia della follia, e la vasta letteratura che essa ha generato, non hanno perso forza. La pazzia che ha concluso la vita di tanti filosofi, scrittori e compositori pare illuminare retrospettivamente tutto il loro lavoro e conferirgli una specie di autorità morale, come se Nietzsche e Schumann, diventando pazzi, avessero deliberatamente bruciato la loro anima nella ricerca della bellezza e della verità.
Il secolo scorso ha circondato la pazzia di un alone romantico e ha voluto considerare la psichiatria e la psicoanalisi delle scienze, invece di percepire e utilizzare la loro carica ideologica. La competenza scientifica della psicopatologia è stata elevata, in ambito letterario, al rango di ultimo e definitivo stile di vita alternativo, in particolare quando essa appariva combinata con l’alcol o con il suicidio, non solo nei romanzi, in un cocktail micidiale ed eccitante.
Per molti, come per la maggior parte dei soggetti nevrotici che non riescono a staccarsi da qualche torto subito in passato, il tempo si è fermato, ed essi hanno perso la capacità di imparare alcunché dalle esperienze future.
I malati di mente, soprattutto i sofferenti di paranoia, hanno sempre dimostrato un talento per incorporare nelle proprie fantasie le ultime meraviglie della scienza, qualità che li accomuna agli scrittori di fantascienza. In questo momento i raggi della morte e i supercomputer malvagi stanno cedendo il passo a telefoni cellulari telepatici e word processor a guida astrale. I pazienti di oggi non credono più di essere Napoleoni, ma ospiti di un talk show televisivo. Una speranza viene dall’elasticità dimostrata dalla mente ferita.