Erotismo e pornografia
Giunge, regolarmente, con l’estate, quando i frutti maturano sugli alberi e i glutei delle modelle in costume da bagno occhieggiano, ariosi, dai cartelloni pubblicitari, l’inesorabile polemica sul sesso, sulla pornografia ed altre affinità. Si tratta, in realtà, di tematiche sempre attuali, anche d’inverno. E’ un mercato che non conosce crisi. Affari d’oro per i pornocommercianti che, tra dvd, chat erotiche, sex shop, youporn e canali satellitari dedicati all’argomento, realizzano un giro d’affari miliardario. Del resto, anche senza ricerche sociologiche, chi ha mai dubitato dell’opulenza del mercato del sesso? Le novità riguardano, piuttosto il profilo degli utenti. Emerge la coppia a luci rosse; i due complici in cerca di eccitanti novità. L’eroico pornografo solitario, pallido e smunto, erede ideale di una Italia modesta e bigotta, ha fatto il suo tempo. Coppie trasgressive allietano le loro serate e i loro fine settimana con dvd e fantasie un po’ perverse. Si passa dalla contemplazione all’atto; dalla classificazione aristotelica delle rappresentazioni sessuali alla sperimentazione galileiana che, provando e riprovando, interviene nella pratica. Questo è, appunto, il compito più nobile della pornografia: allontanare la paura della sessualità concreta.
Psicologicamente, l’oscenità e la pornografia possono divenire meccanismi di controllo e di scarica dell’ansia evocata da molti aspetti della sessualità. Per tutti noi, gli elementi più nascosti e perversi del sesso sono fonte di disagio. E’ una sensazione che mischia, assieme, curiosità e ansia e risale, nella storia individuale, all’infanzia, quando ciò che non si conosceva del sesso attraeva e, contemporaneamente, intimoriva. La pornografia, che dispiega, minuziosamente, gli aspetti fisici del sesso ha, in qualche modo, l’effetto di calmare l’ansia collegata alla curiosità, pur alimentando l’eccitazione.
Stando a ricerche e testimonianze cliniche, non risulta inoltre che la paura dell’AIDS abbia, seriamente, rallentato il mercato del sesso. Il motore del dialogo erotico si è, piuttosto, spostato all’interno della coppia. L’opulenza di un mercato, solo sfiorato dalla crisi, testimonia un multiforme consumo di sesso privato e casalingo. Anche le cosiddette avventure extraconiugali sembrano più tranquille. Prescindendo da alcune fasce di età giovanile, i rischi sanitari spingono gli irrequieti a prediligere l’amante fissa, rispetto agli amori saltuari. Avanzano nuove, asettiche e rassicuranti perversioni. Al datato e persecutorio maniaco telefonico si affianca l’erotomane telematico, che utilizza il computer per lanciare e ricevere messaggi a sfondo sessuale, magari in apposite chat.
In definitiva, nel corso degli anni, dopo un periodo di allarme che indusse alcuni a considerare la sessualità come un rischio da non correre, minacciando anche il fiorente mercato della prostituzione, gli scambi, alla cosiddetta borsa del sesso, hanno registrato una netta risalita.
la diffusione della pornografia produce, effettivamente, una certa “abitudine” alla sessualità. Attenzione, però: la diminuzione della repressione sociale non coincide, in questo caso, con la diminuzione dei tabù individuali. I divieti e le censure vengono, semplicemente, sospesi ed emarginati per qualche tempo, per poi riemergere dopo l’abbuffata di sesso pornografico. Per questo motivo è difficile far convivere, contemporaneamente, pornografia e vero erotismo. Nella pornografia, il sesso è merce di consumo; mentre l’erotismo, nella sua migliore forma è alimentato dal sentimento e impiega il sesso come mezzo di comunicazione e di espressione.
Il fantastico potere del tabù sessuale, che vive da parassita sulla merce pornografica, non riesce a trovare una sua adeguata collocazione nel teatro mentale di una matura e più libera manifestazione erotica.